Grafica di Riccardo Atzeni
Il cinquanta percento della popolazione autistica mostra interesse e attitudine per la musica, utilizzando come canale di apprendimento privilegiato quello uditivo. Spesso si tratta di abilità che non vengono intercettate o vengono intercettate incidentalmente e raramente tradotte in percorsi che le valorizzino. Se riconosciute e potenziate contribuirebbero in maniera significativa a una più elevata qualità della vita.
Il nostro obiettivo è quello di valutarle, costruire percorsi individualizzati ed intervenire in maniera sistematica sul profilo emotivo e cognitivo della persona, stimolando empatia e abilità di mentalizzazione.
In una prima fase di reciproca conoscenza raccoglieremo informazioni attraverso la somministrazione di un’intervista strutturata, atta a restituirci un profilo dinamico-funzionale di bambini, adolescenti ed adulti con autismo, e un’osservazione all’interno del contesto in cui le attività avranno luogo. Intendiamo predisporre l’ambiente assecondando sin da subito le preferenze di chi deciderà di sperimentare il nostro percorso.
Sebbene le caratteristiche dei singoli siano sempre diverse l’una dall’altra e di conseguenza i dialoghi comunicativi musicali siano inevitabilmente da modulare e personalizzare in base alle uniche specificità, consideriamo fondamentali:
- la ricerca costante della motivazione a fare, comunicare, conoscere;
- il lavoro su attenzione, concentrazione, memoria;
- la sensibilizzazione sistematica a flessibilità e adattamento ai cambiamenti;
- la reciprocità sociale e la condivisione di esperienze da un punto di vista emotivo;
- la sistematizzazione di modalità di comunicazione verbale e non verbale;
- l’approccio alle competenze mediato dal gioco in generale e dal divertimento;
- il rinforzo di capacità imitative;
- l’utilizzo di strategie che favoriscano l’autocontrollo e la gestione dei comportamenti e delle emozioni.
In collaborazione con l’associazione Giuliaparla Onlus, il progetto è a cura di Ilaria Porceddu, che ha arricchito negli anni il proprio curriculum formativo ed esperenziale di competenze specifiche nel trattamento di bambini, adolescenti e adulti con autismo e che collabora attivamente con realtà che si occupano di abilitazione e neurodivergenza.
“Dal primo giorno in cui ho utilizzato il mio bagaglio di esperienza nel mondo della musica con i ragazzi autistici, mi sono resa conto che si trattava di un dialogo all’ennesima potenza. Un soggetto autistico presenta importanti difficoltà nella ricerca e condivisione di emozioni, interessi, obiettivi, e chi è a contatto con lui si trova a dover arginare e superare ostacoli nello
stabilire delle relazioni poiché non c’è la capacità, o è compromessa , di interpretare i segnali sociali.
L’universalità della musica mi ha permesso, invece, di aprire un importante canale fatto di emotività, a volte neanche conosciuta dal bambino/ragazzo, con la quale egli stesso ha dovuto necessariamente fare i conti. A volte anche così forte da emozionare me stessa nella sua gestione.
Ecco, credo che il mio compito sia quello di riconoscere le gabbie che abitano l’anima dei ragazzi fragili e di trovare insieme a loro un modo per riconoscerle, buttarle giù e attraverso la musica e il canto costruire una sorta di canalizzazione della propria libertà, comprendendo che le caratteristiche provenienti da “un altro pianeta” non sono altro che specialità e in quanto tali hanno il diritto di essere non solo preservate, ma valorizzate con mezzi che possano garantire la loro espressione.
La musica è incontro. Incontro emotivo, incontro fisico, incontro verbale. È un cerchio all’interno del quale genitori e figli, figli e figli, fragili e non, si incontrano, stabiliscono un contatto condiviso, si esprimono e comunicano. Ogni individuo ha il suo peso sociale definito dalle proprie particolarità.”
PROGETTO LUNA
“Nella musica esistiamo. E nessuno è escluso”
Ilaria Porceddu